Gli stagni

LA RISERVA NATURALE LE CESINE: MOSAICO NATURALE DI BIODIVERSITA’

La riserva naturale Le Cesine, situata a 5 chilometri da San Cataldo in provincia di Lecce, può essere definito come mosaico naturale di biodiversità.

Riserva naturale le Cesine Il nome Cesine deriva dalla parola italiana (ma di diffusione meridionale) “cesina” che significa “radura, zona disboscata”. Probabilmente, il nome ha origini medievali, quando era uso comune praticare il disboscamento per ricavare superfici coltivabili. In realtà, per lungo tempo, Le Cesine si presentavano come un’area paludosa e malarica, quindi, non adatta alla coltivazione. Alla fine dell’Ottocento, gli interventi di bonifica riuscirono a rendere la zona più salubre favorendo così la coltivazione del terreno.

Ai sensi della Convenzione firmata a Ramsar in Iran, nel 1971 l’area è stata inserita tra le zone Umide di Importanza Internazionale e dal 1980 è riconosciuta come Riserva Naturale dello Stato di Popolamento animale. Attualmente, la gestione del sito è affidata al WWF Italia con la supervisione del Corpo Forestale dello Stato.

Le caratteristiche

La riserva naturale Le Cesine ha un’estensione di 620 ettari, copre un tratto di costa adriatica lungo circa 7 chilometri ed è attraversata dalla vecchia strada litoranea (SS 611), oggi dismessa, che la divide in due parti. La parte orientale, ossia la vera e propria Riserva di Stato, comprende specchi d’acqua salata e dolce, zone boschive ed aree steppiche. La parte occidentale dove è situata la storica Masseria Le Cesine è, invece, priva di specchi d’acqua perenni, ma ricca di aree boschive, soprattutto pinete e macchia mediterranea. Nella riserva rientra anche l’incantevole litorale che si affaccia sul Mar Adriatico e si estende per circa 6 km, alternando tratti di spiaggia sabbiosa a zone ricoperte da ciottoli fino ad arrivare alla suggestiva scogliera.

Il territorio della riserva e la zona salmastra

Il territorio della riserva presenta habitat diversificati. Partendo dagli ambienti naturali – lagune, dune costiere, macchia mediterranea – si passa a quelli semi-naturali costituiti dalle zone umide temporanee fino ad arrivare a quelli antropici, frutto di attività agricole e di rimboschimento.

Gli stagni Pantano Grande e Li Salapi
Gli stagni Pantano Grande e Li Salapi

La zona salmastra è costituita da due lagune costiere perenni: Li Salapi (14 ettari) e il Pantano Grande (68 ettari). Separati dal mare da una formazione di dune sabbiose alte circa 1 metro, gli specchi d’acqua sono profondi poco meno di un metro e collegati tra loro da un canale largo 8 metri.

La masseria Le Cesine

Di proprietà regionale, la Masseria Le Cesine è costituita da edifici risalenti a diverse epoche storiche. Edificata alla fine del Cinquecento, con mansioni difensive e di avvistamento, la Torre è certamente la struttura più antica. Dalla sua sommità era possibile controllare la costa e stabilire un contatto visivo con le vicine torri di San Cataldo e di Specchia.

Masseria Le Cesine
Uno scorcio della Masseria Le Cesine

Alla fine del Seicento, conclusosi il periodo delle incursioni saracene, si eresse il primo nucleo della masseria, al quale fu aggiunta, alla fine del Settecento, l’abitazione del massaro. A seguito dei lavori di restauro ed ampliamento della struttura, la masseria è oggi un centro visite dotato di foresteria, auditorium e punto ristoro. Una meta ideale per gite scolastiche, gruppi, famiglie e soprattutto amanti della natura.

La flora

Sul litorale della riserva è possibile ammirare numerose specie vegetali dunali come la ruchetta marina, la salsola e la soldanella di mare. Sulle dune crescono rigogliosi il ginepro fenicio, l’eringio marittimo e la violacciocca di mare, mentre nella parte ricoperta da ciottoli, la piantaggine, il finocchio marino e il limonium vulgare.

La flora della riserva
In alto a six.  piantaggine, a dx.  finocchio marino. in basso limonium vulgare

I boschi sono, come detto, di origine antropica, ossia conseguenza delle opere di rimboschimento delle zone paludose bonificate. Tra le specie introdotte, vi sono i pini ‑ in particolare il pino marittimo e il pino d’Aleppo – che costituiscono all’incirca il 90% della vegetazione arborea. I tratti a macchia mediterranea sono caratterizzati, invece, da piccoli arbusti come cisti, santoreggia pugliese, lentisco, fillirea e piante aromatiche come timo, rosmarino e mirto.

La vegetazione palustre
In alto a six.  cannuccia di palude, a dx.  giunco meridionale. In basso a six.  giunco nero, a dx. ruppia.

Nella zona palustre sono presenti specie vegetali di dimensioni macroscopiche sia emergenti – la cannuccia di palude, il giunchetto meridionale, il giunco nero – che sommerse, come la ruppia.

 Le specie animali

Grazie alla particolare complessità ed eterogeneità dei suoi habitat, la riserva è diventata un rifugio sicuro per numerose e rare specie animali. Nel periodo primaverile, a rendere ancora più magica l’atmosfera del luogo, vi è il volo di migliaia di farfalle, dalle variopinte Vanesse del Cardo al Macaone, dagli incantevoli Licaenidi dai colori metallici fino alla Sfinge del Galio, una falena diurna che nelle fattezze e nel volo ricorda il colibrì.

Le farfalle della riserva
In alto a six  Vanessa del Cardo, a dx. Macaone. In basso a six.  Licaenide, a dx.  Sfinge del Galio.

Nelle Cesine è inoltre possibile imbattersi di notte in alcune specie di mammiferi come il tasso, le faine, le donnole e le volpi.

Gli anfibi e i rettili

Incamminandosi nei sentieri della riserva è possibile imbattersi in diverse specie di anfibi come la raganella, il rospo smeraldino e il rospo comune che riempiono l’aria dei loro gracidii. Altri anfibi come il tritone crestato e l’endemico tritone italiano popolano la riserva senza però farsi notare dagli occhi curiosi dei turisti.

Gli anfibi della riserva
In alto a six. raganella, a dx. rospo smeraldino.  In basso a six. rospo comune, a dx. tritone crestato.

Affascinante e misterioso è anche il mondo dei rettili. La bellissima testuggine palustre, i biacchi, le lucertole campestri, i verdi ramarri e i gechi verrucosi sono solo alcune delle specie che popolano le distese acquitrinose delle Cesine. Tra le specie striscianti, più difficile da incontrare sono, invece, i serpenti Colubri leopardini e i grandi Cervoni.

La danza nuziale dei biacchi
La danza nuziale dei biacchi

Inoltre, con un po’ di fortuna, nei mesi di maggio e di giugno, i visitatori possono assistere ad uno degli spettacoli più affascinanti: la danza nuziale dei biacchi, serpenti molto slanciati e dalla livrea generalmente di colore scuro.

Gli abitanti alati

Oltre 180 specie ornitologiche popolano Le Cesine tutto l’anno. Trascorrendo alcune ore nelle torrette di osservazione dell’oasi, i visitatori potranno ammirare i graziosi volatili che frequentano la zona e rimanere affascinati dai loro volteggi aerei e richiami caratteristici.

I volatili della riserva
In alto a six. alzavola, a dx. fischione. In basso a six. volpoca, a dx. moretta.

Durante la stagione invernale, gli stagni sono popolati da alzavole, fischioni, morette e volpoche. In primavera e in autunno, nel periodo delle migrazioni tra l’Africa e l’Europa, è possibile osservare rapaci come l’albanella minore, il falco di palude e le morette tabaccate. Nei boschi rigogliosi, è impossibile non lasciarsi sedurre dai bucolici canti di passeriformi, occhiocotti ed usignoli.

Lasciatevi avvolgere dalla straordinaria bellezza della riserva naturale Le Cesine! Un magnifico scrigno della biodiversità, dove grandi e piccoli possono trovare i preziosi tesori che la natura gelosamente tiene celati!

 

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