LA ZINZULUSA: UN’INCANTEVOLE GEMMA DELLA NATURA NEL CUORE DEL SALENTO

La Zinzulusa rappresenta una delle più incantevoli attrazioni naturali situate nel cuore del Salento (litorale tra Castro Marina e Santa Cesarea Terme). Le prime testimonianze storiche sulla Zinzulusa risalgono al 1793, quando il vescovo di Castro, Monsignor Del Duca, scrisse una lettera al re Ferdinando IV, in cui descriveva in maniera dettagliata la grotta ed ipotizzava che in essa vi fosse l’antico tempio di Minerva costruito dal re di Creta, Idomeneo. A partire dal 1922 e sino al 1958, la grotta divenne oggetto di esplorazioni e pubblicazioni di molti scienziati che ne studiarono la storia, la geologia, ma anche le peculiarità etnologiche e biologiche. Per la sua eccezionale biodiversità il KWI (Karst Waters Institute) considera la Zinzulusa come un patrimonio mondiale da tutelare e preservare.

La curiosa leggenda della Zinzulusa
L’ingresso alla grotta

Data la sua ancestrale magnificenza sulla Zinzulusa si raccontano diverse storie e leggende. Tra queste, la più curiosa è forse quella del Barone di Castro. Ricco come pochi, era noto soprattutto per la sua avarizia e disumanità.

A causa della sua crudeltà, sua moglie morì di crepacuore, mentre la loro figlia fu condannata a vivere una vita di stenti e privazioni. Nonostante l’enorme ricchezza che l’uomo possedeva, la figlia era vestita di stracci e non riceveva la benché minima dimostrazione di amore paterno.

Un giorno, una fata si presentò al cospetto della fanciulla e decise di stracciare le logore vesti che indossava per donargliene di più belle. Gli stracci (in dialetto locale “zinzuli”) volarono assieme al vento e si pietrificarono sulle pareti della grotta (da qui il nome della grotta Zinzulusa). Il malvagio barone, invece, venne gettato dalla fata nella profondità delle acque sottostanti alla grotta, creando le cosiddette acque infernali che formarono un piccolo lago chiamato Cocito. Secondo la leggenda, i crostacei che vivevano nella grotta non sopportarono di vedere così tanta malvagità e, nel momento in cui il padre della fanciulla sprofondò nel Cocito, essi divennero ciechi per sempre. In seguito, la fanciulla si sposò con un principe ricco e buono di cuore e la sua vita non fu più la stessa di prima.

Caratteristiche della Zinzulusa

Nata da un fenomeno carsico risalente al periodo preistorico, la Zinzulusa è lunga più di 150 metri ed è costituita da tre differenti sezioni, tutte visitabili in barca attraverso tour guidati da personale esperto.

L’interno della grotta
La prima sezione

La prima sezione della grotta si estende dall’ingresso sino alla Cripta ed è caratterizzata da un’enorme varietà di stalattiti, stalagmiti e fenomeni di crollo della volta. In essa, si scorge un primo importante fenomeno idrologico, denominato La Conca. Essa si apre verso il tratto più lungo della Zinzulusa, detto Corridoio delle Meraviglie, una splendida galleria carsica, le cui pareti sono riccamente decorate con formazioni stalattitiche e stalagmitiche. La Conca è completamente sommersa da acque cristalline, in cui gli elementi marini si mescolano a componenti d’acqua dolce. Queste ultime provengono da microfessure presenti nella parte più interna della cavità. Percorrendo il Corridoio delle Meraviglie, è possibile inoltre osservare la presenza di un piccolo lago d’acqua dolce, denominato Trabocchetto, con stalattiti e stalagmiti che sono state soprannominate con i nomi degli oggetti che evocano a livello visivo: “Sentinella”, “Cascata”, “Aquila”, “Prosciutto”, “Presepe”.

La seconda sezione

La seconda sezione si estende dalla Cripta sino ad una grande cavità denominata il Duomo. Essa risale al Cretacico ed è caratterizzata dalla presenza di pareti di roccia lisce, alte oltre 20 metri. In essa sono evidenti i segni dell’azione erosiva dell’acqua. Il Duomo è una cavità alta 25 metri ed ornata da colonne calcaree che le conferiscono l’aspetto di una vera e propria cattedrale. Un tempo rifugio per centinaia di pipistrelli, oggi la grotta ne ospita solo pochi esemplari.

La parte terminale

La parte terminale della grotta, anch’essa di epoca cretacica, custodisce il piccolo bacino chiuso del Cocito. Esso presenta le caratteristiche tipiche di un lago anchialino, in quanto le sue acque limpide sono calde e salmastre in profondità; dolci e fredde in superficie. Nel Cocito, vivono esemplari di gamberetti ciechi (Typhlocaris salentino) e senza pigmenti, quelli a cui si fa riferimento nei miti popolari sulla Zinzulusa.

Il Cocito

 

Partite a bordo di una barca alla scoperta della Zinzulusa!         Un mondo fiabesco sotterraneo che vi farà sentire come ospiti privilegiati di fronte alla magnifica opera di uno dei più grandiosi artisti senza tempo: Madre Natura.

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