ITALIANI ALL’ESTERO: VITE A CONFRONTO

Ciao a tutti e benvenuti ancora una volta nella mia rubrica, oggi parliamo di italiani all’estero!

Oggi vorrei fare una cosa diversa dal solito, e ho pensato di farvi leggere delle testimonianze di chi ha stravolto la propria vita mettendola in discussione. Ho raccolto due testimonianze di persone a me care, ognuna con la propria esperienza in Australia, posto a me molto caro. Leggerete i loro pensieri, emozioni e sensazioni attraverso le loro parole. Spero che possiate ritrovarvi o che vi possano dare quel coraggio per fare quel “salto nel vuoto”…Enjoy!

APPUNTI AUSTRALIANI VISTI DA UNA TURISTA CINQUANTENNE NON OCCASIONALE    (La storia di Ilaria Agostini)

italiani all'estero

Sono arrivata in Australia per la prima volta nel marzo del 2015 piena di nostalgia, di lacrime, di batticuore, per i parenti grandi e piccini che mi avevano “abbandonata”, cambiando inevitabilmente ed inesorabilmente la mia e la loro vita.

Non era passato molto tempo da quando avevano preso la decisione di dare una svolta alla loro vita, solo sei mesi, ma quella e’ stata l’ultima volta che li ho visti che detto così può sembrare niente ma saperli da soli in un Paese sconosciuto e lontanissimo non mi dava pace. Si pochi mesi e poi abbiamo dovuto fare la pazzia di ritrovarci, io di toccare e abbracciare letteralmente i bambini, loro forse di rilassarsi e rassicurarsi un po’ dopo il grande passo che avevano affrontato.

Solo sei mesi eppure erano già cambiati!

Durante questo primo soggiorno non ho percepito molto dell’Australia in senso turistico perchè le condizione spiegate prima erano particolari ma alcune cose sono riuscita ad assorbirle e portarle con me a casa: la luce e la mancanza di orientamento.

Vi spiego: appena si varca le porte dell’aeroporto ti viene incontro una luce immensa, luminosa, pulita, vera, liberatoria. Non e’ come in Italia quando c’e’ bel tempo, e’ di più,

Più ampia, più limpida, i colori sono più definiti, i suoni sono più soft, il calore non e’ più una questione climatica ma è una cosa che riesce a scaldarti dentro e ti infonde una pace che neppure immaginavi, quasi fosse una rilassatezza che non riuscivi a raggiungere.

E senza che te ne accorgi questo calore riesci ad espellerlo e trasmetterlo agli altri.

Infatti nel mio secondo viaggio (ebbene si ci sono tornata altre tre volte), quando eravamo tutti più rilassati , quando i timori iniziali si erano dissolti, la prima cosa che noti nelle persone che incontri è la loro bellezza interiore. Per bellezza non intendo quella fisica ma la purezza, la disponibilità, la mancanza di preconcetti verso qualsiasi persona; ti senti una Persona prima di tutto, che tu sia Australiana o straniera, alta o bassa, magra o grassa, ricca o povera, bella o brutta. E non hai mai la sensazione che sia finto, non è una maschera di ipocrisia, lo senti che è vero. Anzi sei tu che ti senti la strana perchè dentro di te c’è l’anima italiana che ti porta a criticare come si veste, come si comporta ecc..

Sono persone vere, ti salutano quando le incroci per strada, ti accolgono anche se non capisci e non capiscono una cippa di quello che si dice, cercano di farti sentire a tuo agio, ti aiutano, ti fanno entrare nel loro cerchio senza remore o preconcetti.

Una curiosità per farvi capire: andavo a prendere a scuola i miei nipotini con la macchina di mia sorella, e fin qui niente di eccezionale, solo che la macchina aveva il cambio automatico, la strada non la conoscevo bene, la guida è a sinistra e in più bisogna rigorosamente rispettare i limiti di velocità perchè ti beccano sempre. Immaginate il panico? Di conseguenza andavo a 20 all’ora, imbranata come pochi e sbagliando ogni due secondi. Qui mi avrebbero crocifisso in piazza pubblica, insultata, strombazzata e quant’altro. Li’ niente come se fosse normale, aspettavano tranquillamente neanche un vaff….!!!!

A proposito all’inizio ho accennato alla mancanza di orientamento; ammetto che anche qui io non sia una cima in questo campo ma me la cavicchio, ma li’ non ci sono punti di riferimento, non ci sono negozi, insegne, fabbriche che puoi utilizzare come punti di riferimento. Solo case più o meno uguali!! Una volta ho preso un autobus per andare al mare e al ritorno non sapevo riconoscere quale era la casa di mia sorella. Presa dal panico ho chiesto all’autista che gentilmente mi ha fatto scendere alla fermata giusta ma non a voce, ha messo il freno ed è venuto al mio posto per dirmi che ero arrivata!! Scommetto che non ci credete eppure è vero!!!

Avrei tante altre cose da raccontare ma meglio riservarle per altre volte!

La storia di Barbara Agostini, Emanuele Colicchio con i figli Camilla e Riccardo per loro ho riservato un’intervista.

Cosa vi ha portato a scegliere l’Australia come meta? La prima cosa è sicuramente il fatto di avere un Paese anglosassone che assicurava ai nostri figli la lingua Inglese e un facile inserimento per noi. Un altro motivo e’ la facilita’ relativa di avere un visto lavorativo e quindi raggiungere la residenza permanente. Il fatto che poi sia uno stato giovane con molte possibilita’ di lavoro e di successo, family friendly con grandi spazi verdi e clima soleggiato per quasi tutto l’anno e vicino al mare!

– Quali sono state le vostre paure/timori iniziali? Il fatto che abbiamo messo la nostra vita in quattro valigie e siamo venuti a Perth senza lavoro e senza conoscere nessuno era alquanto preoccupante all’inizio. La paura di non trovare lavoro e di non poterci sostenere finanziariamente ci ha preoccupati anche se per poco dato che i primo lavori sono arrivati quasi subito. L’insediamento dei bambini a scuola era anche quello un motivo di preoccupazione,  subito mitigato dal fatto che la società’ australiana e’ basata sulla multi culturalità e pertanto davvero aperta a diverse culture.

– Cosa vi ha spinto al trasferimento? Eravamo in una situazione in cui molti fattori si sono allineati ma la voglia di cambiamento e di dare ai nostri figli un’educazione diversa da quella Italiana e’ stato predominante.

– Quanti anni avevate? 45 e 46 mentre i bambini 3 e 5

– Avete avuto difficoltà ad ambientarvi all’inizio? Non molte difficolta’ anche se riteniamo di essere entrati nel tessuto sociale solo dopo un paio di anni.

– Cosa amate/non amate del posto? Amiamo pressoché’ tutto: la vita all’aria aperta, l’oceano, easy going delle persone, la cucina multietnica…tutto! A mio marito manca il calcio e ad entrambi qualche attività’ culturale  tipica Italiana, tipo teatro o musei…… Non amiamo, il caldo secco estivo (40 gradi)

– Cambiereste qualcosa in generale? Sì l’avremmo dovuto fare anni fa, senza figli, con più possibilità’ di crescita e studio.

– Le cose strane che avete visto per la prima volta? I pali della luce in legno lungo le strade, pochi palazzi se non in città’ e la guida a destra, ci e’ voluto un po’ ad adattarsi.

– Cosa vuol dire essere immigranti? Essere lontani dalla famiglia e dal nostro giro di amicizie.

– Quali consigli volete dare a chi vuole compiere il vostro gesto? Dipende a chi sono rivolti  ma in generale di abbandonare la mentalità’ italiana basata sul cercare una scappatoia. A scuola ai bambini il valore principale e’ essere gentili e rispettosi con gli altri fin dalle piccole cose.

Ritornereste in Italia? MAI, solo per visitare i parenti o in vacanza.

Che pensate di queste testimonianze? Siete anche voi italiani all’estero? scrivetemi nei commenti la vostra esperienza e sarò felice di leggervi.

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