SANTA SEVERA: IL CASTELLO BACIATO DAL MARE

Il cemento ideale di una comunità è formato dalla coscienza della propria cultura e dalla capacità che abbiamo di conservarla e di accrescerla.

Ludovico Magrini

Tutto inizia da una torre…

Santa Severa è un piccolo centro balneare, frazione del Comune di Santa Marinella e distante poco più di 50 km dalla Capitale. Il suo Castello è denso di storia, forte dei suoi secoli e sfuggente come i misteri che porta con sé.

Il suo nome deriva da una giovane nobile, Severa, catturata e torturata in quella che era all’epoca una fortezza romana, durante le persecuzioni contro i cristiani da parte dell’imperatore Diocleziano e martirizzata nel 660.

L’Abbazia di Farfa

SANTA SEVERA

Il primo documento che racconta la storia di Severa è un manoscritto scritto intorno all’anno 850 dell’Abbazia di Farfa che racconta di come l’intera famiglia della ragazza fu catturata e interrogata perché cristiana.

Il prefetto incaricato di interrogare Severa, a seguito del drammatico interrogatorio si convertì al cristianesimo andando incontro alla morte così come Severa e tutta la famiglia. In seguito a questo evento, Severa conquistò la santità e sulla sua tomba vicino alla spiaggia, venne in seguito costruita una chiesa intorno al V – VI secolo.

Tra il X e l’XI secolo invece in onore della giovane martire i conti della Tuscia fecero costruire una piccola fortezza.

Il piccolo centro affacciato sul mare nasce però molto prima. Infatti la storia lo presenta come uno dei porti più antichi del Tirreno, denominato Caere, mentre gli etruschi lo chiamarono Pyrgi, “torre”, che dà l’idea della grande importanza che questo luogo aveva in passato. Diventò poi una fortezza romana e nel Medioevo un castello circondato dal suo borgo.

santa severa

L’ultima voglia bellicosa la visse durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i tedeschi la sfruttarono per la posizione strategica.

E tutto intorno il blu del mare

L’aria è quella calda dell’estate. Mi accompagna il treno, mezzo per eccellenza delle avventure. Mi lascio alle spalle la Capitale con i suoi rumori forti e i tempi rallentati dal periodo.

Qualche fermata e già dal finestrino scompaiono i blocchi di case per fare spazio ai campi. Il cielo blu e senza nuvole crea uno stacco deciso con quella distesa dorata e luminosa. Ancora qualche fermata e sono arrivata. La stazione è piccola, non c’è nulla intorno. Solo gruppetti di ragazzi che si avviano al mare allegri e spensierati. Mi unisco alla carovana per arrivare a piedi al Castello.

Arrivo davanti l’entrata imponente mentre il gruppetto di ragazzi gira verso destra per andare incontro alla spiaggia. L’odore del mare arriva da ogni angolo, richiama e mi faccio tentare.

La spiaggia si incastra proprio sotto il Castello

La trovo affollata di persone e di ombrelloni, alzo gli occhi e dei bambini fanno volare un paio di aquiloni. Vista così sembra quasi banale. Eppure immaginata in inverno, quando quel pezzo di sabbia non è addomesticato alle fiacche voglie dei bagnanti, fa quasi paura.

Torno davanti all’entrata e inizia l’esplorazione di quel piccolo borgo circondato dal mare. Le chiacchiere dei bagnanti sono lontane e si assapora tutto il silenzio intenso di un luogo che ha visto tanta storia da poterla raccontare da zitto.

santa severa

Ogni angolo racconta un po’ di quelle civiltà che l’hanno vissuto, e tutte hanno in comune il mare. La parte centrale del borgo guarda al mare e alle torri del castello.

Entrata nel castello mi trovo davanti “il maschio” o “torre saracena” , un alto cilindro collegato al corpo centrale da un ponte di legno. In passato era usato come struttura di avvistamento per proteggere il litorale dalle incursioni saracene.

Attraversando il ponte di legno entro nel museo. All’interno viene raccontata la storia di chi lo ha abitato, ossa, strumenti, abiti fanno rivivere un tempo che non esiste più. Quasi ogni finestra si perde nel blu del mare circostante e il blu è anche il colore dominante nel museo.

Girando per reperti archeologici, vecchie ancore e splendidi abiti, incontro una stampa che raffigura un signore distinto dai tratti orientali. Si tratta del samurai Hasekura Tsunenaga , primo ambasciatore giapponese in Europa che soggiornò a Santa Severa nell’anno 1615, quando era Papa Paolo V.

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Tsunenaga girò l’Europa e approdò a Roma per incontrare il Papa in un momento storico che vedeva il Sol Levante perseguitare i cristiani. Così come era successo secoli prima al prefetto che interrogò Santa Severa, anche l’ambasciatore nipponico in questo pezzo di terra baciato dal mare, si convertì al Cattolicesimo.

Un Castello, un fantasma

Continuo il mio giro per il museo, esco ed entro in quella che era la casa del nostromo.

Raccontano che il Castello sia abitato da un fantasma, ma non quello della Santa di cui porta il nome, probabilmente è lo spirito di un cavaliere sepolto nel cortile.

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Oppure, dicono, di un disgraziato sepolto vivo. Duranti gli scavi per la manutenzione del Castello è stato scoperto un cimitero con circa 400 tombe risalenti ad un periodo che va dal IX al XIV secolo.  Tra i corpi seppelliti, uno è stato ritrovato in ginocchio, cosa che fa pensare che si sia mosso dopo essere stato seppellito. Tutto sotto i miei piedi, sotto la casa del nostromo.

Il mio giro sta per finire, manca “la polveriera”. La signora gentile che la occupa e che mi aveva dato il biglietto, ora mi indica l’entrata del museo del mare.

Il museo del mare

Al primo passo si capisce già di essere su una nave, o quasi. Davanti ai miei occhi due sub immobili e poi, cartine geografiche, modelli di navi, strumenti di navigazione. Un’immensa cartina mi mostra il mondo come lo conoscevano secoli fa. Come facevano a muoversi per il mondo senza tutta la conoscenza che abbiamo oggi?

Eppure quel percorso mi mostra strumenti perfetti, funzionali forse tutt’oggi al loro scopo. L’ultima sala mi porta nella stiva della nave, nella pancia. Lì dove venivano caricate le merci, le provviste, dove si preparavano le spedizioni e i lunghi viaggi.

santa severa

Oggi il Castello appartiene alla Regione Lazio e al suo interno ospita diversi tipi di eventi. Al primo piano dell’edificio è stato aperto un ostello con 14 camere con vista mare.

Se vi affascina il mare, i fantasmi e la storia, il Castello di Santa Severa è la tappa fondamentale del vostro viaggio.

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