Un compleanno a Parigi è sempre una buona idea
Da amante del viaggio, a mio parere non c’è nessun regalo di compleanno più bello di un biglietto d’andata per un’altra città. La mia poi è una vera e propria tradizione. Sono anni che faccio di tutto per trascorrere il giorno del mio compleanno in un posto diverso nel mondo. Se ci mettete che ho un lavoro che mi offre la possibilità di gestire i miei giorni liberi in maniera piuttosto flessibile e che per fortuna Londra è super collegata con il resto d’Europa… Ecco che a due settimane dal mio compleanno mi sono ritrovata a prenotare un viaggio last minute per Parigi.
Perchè proprio un compleanno a Parigi?
La scelta della meta delle nostre vacanze è sempre fondamentale per una buona riuscita. E’ quindi bene considerare una serie di fattori determinanti come il tempo, le possibilità economiche e, soprattutto, il motivo del nostro viaggio. Avendo davvero poco tempo a disposizione volevo un posto che fosse non eccessivamente grande. Ma era necessario fosse pieno di vita e luoghi da visitare ed esplorare, la città era quindi la soluzione migliore. Volevo abbassare le tempistiche di viaggio il più possibile, ma volevo anche allontanarmi abbastanza da poter scollegare non solo il corpo ma anche la mente. Una città come Oxford ad esempio non avrebbe giocato a mio favore in questo caso, essendo decisamente troppo vicina a casa. E allora cosa c’è di meglio di un altro Paese, con un’altra lingua e un’altra cultura, ma che si trovi a comunque due ore di treno da casa? Parigi era la scelta più allettante!
Viaggio a quattro (e più) ruote
Dal momento in cui ho fatto la mia scelta, ho sentito un paio di amici e conoscenti che vivono nella città francese e dopo aver accettato l’invito di uno di loro a rimanere a casa sua per la notte, sono corsa al pc per prenotare i trasporti. Ero decisa a non prendere l’aereo per una questione di tempo e, se vogliamo dirla tutta, anche di impatto ambientale. Ho perciò evitato la ricerca su Skyscanner (che è sempre un must per l’organizzazione dei miei viaggi).
Ho invece virato direttamente su Omio, precedentemente conosciuto come GoEuro.
Lì ho avuto la possibilità di valutare le offerte migliori di viaggio e ho alla fine optato per un viaggio notturno in autobus all’andata e in treno al ritorno. So che l’autobus notturno può non essere la scelta migliore per chiunque, ma se come me avete 25 anni e zero problemi fisici, vi consiglio di farlo almeno una volta nella vita. Vi permette di immergervi nell’esperienza di viaggio a tutto tondo e assimilare a pieno il vero e proprio spirito d’avventura!
Il percorso è stato particolare per questioni logistiche perché, una volta arrivati a Dover, siamo dovuti scendere dall’autobus, procedere al controllo passaporti e imbarcarci sul traghetto che di lì a breve ci avrebbe fatto attraversare la Manica. Era notte fonda quando ci hanno imbarcato e purtroppo non sono riuscita a vedere nulla. Ho passato l’intera ora a dormire su uno dei divanetti del traghetto, ma mi sono ripromessa di rifare la Manica in acqua di giorno almeno una volta nella vita: le vere esperienze di viaggio cominciano già dal percorso che porta alla meta
Gli Champs-Élysées e il Café de Flore
Arrivata a destinazione, è subito iniziata la mia avventura parigina. Del resto dovevo iniziare al meglio il mio compleanno a Parigi.
Dopo una breve sosta a casa per lasciare lo zaino, mi sono incamminata verso le Champs-Élysées, in cerca di un Apple Store per comprare un caricatore iPhone al quale poter connettere il mio ormai morente telefono. Cercate di non fare come me e assicuratevi di aver preso tutto quello che vi serve per sopravvivere prima di partire, soprattutto se avete intenzione di fare affidamento sul vostro telefono per utilizzare Google Maps e scattare foto! Nonostante questo piccolo intoppo, tutto ciò mi ha permesso di iniziare la vacanza in grande stile passeggiando su quella che è forse la strada più affollata di tutta Parigi. Approfittando della giornata soleggiata, ho proseguito a piedi costeggiando i giardini per poi attraversare la Senna fino ad arrivare al Café de Flore, nella zona di Saint Germain.
Da Apollinaire a Sartre e Picasso
È noto a tutti come Parigi sia una città ricca di arte e cultura, ma quello che non mi aspettavo di certo era poter camminare per le vie della città e scoprire di trovarsi negli stessi luoghi che hanno frequentato e continuano tuttora a frequentare rinomati artisti. Il Café de Flore infatti, fra i più antichi café parigini, aperto nel XIX secolo durante la terza repubblica, ha alle spalle una storia che farebbe invidia a qualunque altro locale nel mondo. A partire da quando, nel 1913, Apollinaire decide di trasformare il primo piano del Café de Flore in una redazione e studio personale e fondare lì la rivista “Le soirées de Paris”, per passare agli anni di Picasso o dell’occupazione in cui Sartre ha dichiarato “potrà sembrarvi strano, ma noi al Flore ci sentivamo a casa”.
“Prendere un caffè al Flore ci rende tutti un po’ più intelligenti”
Ernest Hemingway e Truman Capote erano anche loro clienti fissi del Café de Flore, membri attivi del PCF o meglio conosciuto come Pouilly Club of France, nome dovuto al famoso vino bianco che erano soliti servire lì. Numerosissime anche le figure di spicco del cinema degli anni ‘60 come Brigitte Bardo e Alain Delon che al contrario degli altri preferivano trascorrere le giornate sulla terrazza del Flore, mentre dall’altra parte del locale erano soliti ritrovarsi Yves Saint Laurent, Pierre Bergé, Givenchy e Karl Lagerfeld. Il Café de Flore ancora adesso vanta clienti del calibro di Johnny Depp, Tim Burton, Gary Oldman, Sharon Stone e Francis Ford Coppola, non stupitevi quindi se vi ritroverete a pagare €15.00 per una spremuta fresca e una fetta di torta. Del resto, come era solito dire Alain Ayache, “Prendere un caffè al Flore ci rende tutti un po’ più intelligenti”.
Passeggiata per la città
Dopo questa completa immersione nella storia e cultura parigina, ho ritrovato la mia amica ai piedi del simbolo di Parigi, la torre Eiffel. Lì abbiamo avuto modo di trascorrere un paio d’ore a chiacchierare e godere di una magnifica giornata di sole mangiando una quiche tipicamente francese e una deliziosa crostatina ai lamponi, degne di una vera “déjeuner sur l’herbe”.
Nel pomeriggio mi sono ritrovata con un carissimo amico di famiglia che si è preso la briga di mostrarmi le bellezze della città in un fantastico giro a piedi. Abbiamo finito per passeggiare quasi 20km iniziando il nostro percorso dalla meravigliosa chiesa di Saint Germain, con il suo tetto di cielo stellato, per poi costeggiare il Louvre e fare tutto il lungofiume passando per Notre Dame (di cui al momento, purtroppo, non è rimasto molto) fino ad arrivare nel quartiere Le Marais, uno dei più belli di Parigi.
La Librairie Galerie e Le Nouvel Institut
Ci siamo diretti poi verso il Place des Vosges con i suoi suggestivi portici e finendo il nostro giro in Rue Dupetit-Thouars nella bellissima Librairie Galerie, dove abbiamo avuto modo di trascorrere un po’ di tempo circondati da libri di fotografia e design. La nostra passeggiata si è conclusa con una cena tailandese coi fiocchi, prima di incontrarmi di nuovo con la mia amica a Le Nouvel Institut, un localino tipicamente francese nel cuore di Saint Germain che ci ha permesso di prenderci un drink e finire in bellezza quello che è stato un compleanno oserei dire perfetto.
Il Musee d’Orsay
La mattina dopo, sebbene avessi programmato una visita al Trocadéro alle 6 di mattina con l’intenzione di approfittare delle prime luci dell’alba per scattare qualche foto, ho deciso invece di concedermi un paio d’ore di sonno in più e di andare dritta al Musee d’Orsay. La mia visita a Parigi era davvero troppo breve per poter anche solo pensare di riuscire a vedere più di un museo, quindi ho dovuto fare una scelta e, dato il mio amore viscerale per l’impressionismo, ho pensato che il d’Orsay fosse quello a cui non avrei proprio potuto rinunciare. Appena messo piede all’interno del museo ho capito di aver fatto la scelta giusta. Come ha giustamente commentato mia cugina, il Musee d’Orsay è bello anche senza quadri.
Adoro la sensazione che si prova ad entrare in un museo e rimanere affascinati dalla sua architettura ancor prima di vedere le opere che contiene e, come trovo maestoso l’edificio del Natural History Museum di Londra, così sono rimasta piacevolmente colpita dal museo impressionista parigino. Suddiviso in cinque piani, il museo offre un’ampia collezione di artisti francesi a partire da Camille Claudel e Auguste Rodin per quanto riguarda la scultura, fino ai più grandi esponenti impressionisti come Manet, Degas, Cezanne, Gauguin, Van Gogh e il mio preferito Monet. Inutile dirvi che ho trascorso quasi tutto il tempo nella sala di Monet, dove mi sono seduta ad ammirare il famosissimo Nymphéas bleus e mi è anche scesa qualche lacrima di fronte a La Cathédrale de Rouen. Non voglio stare qui a tediarvi con infiniti titoli di quadri di cui magari non vi interessa nulla, ma se come me siete appassionati di arte una visita al Musee d’Orsay è praticamente obbligatoria.
Brunch al PEONIES
Dopo questa intensa mattinata immersa nella cultura francese, il mio lato più frivolo ha preso il sopravvento e mi sono ritrovata a prendere una metro diretta a Gare du Norde solo per poter godere di un buon brunch da PEONIES, un localino che avevo adocchiato ancor prima di partire. Se c’è infatti una cosa che adoro fare, in vacanza e non, è andare alla scoperta di bar e ristoranti cosiddetti “instagrammabili”, dove al 90% dei casi non è solo l’occhio a godere di viste molto suggestive ma anche il palato verrà ampiamente soddisfatto.
PEONIES è un mix tra un negozio di fiori ed un bar, proprio per questo già all’entrata del locale è possibile ammirare una parete ricoperta di piante e fiori dai colori sgargianti accanto ad una serie di tavolini pronti ad accoglierti.
In pieno stile londinese ho optato per un avocado on toast (se è nel menù, non potrò mai fare a meno di prenderlo) e un iced matcha latte, la nuova tendenza europea. Cibo buonissimo e atmosfera davvero piacevole, PEONIES non ha minimamente deluso le mie aspettative.
La Galerie Vivienne
Avevo una lista infinita di cose che mi ero ripromessa di fare una volta a Parigi e, a due ore dal mio ritorno a casa, mi sono resa conto di averne fatte davvero poche. Ciò nonostante, fra tutte ce n’era una a cui proprio non potevo fare a meno: andare a visitare la Galerie Vivienne.
Considerata uno dei monumenti storici di Parigi e fra i più bei passaggi coperti della città, la Galerie Vivienne con i suoi pavimenti in mosaico e il suo stile neo-classico non è tuttavia fra le maggiori attrazioni turistiche a Parigi.
Il motivo principale che mi ha spinto a sceglierla come ultima meta al posto di tanti altri posti è un piccolo negozietto specializzato in antiche mappe da tutto il mondo che vanta di una delle più belle vetrine mai viste: una pila enorme di libri con tre porcellini nel mezzo.
Sarei tanto voluta entrare per dare una scorsa maggiore ai vari mappamondi e libri all’interno e soprattutto per chiedere informazioni sul significato di questi ormai famosi porcellini, ma il negozio purtroppo era chiuso e il mio tempo a Parigi era finito. Ho preso la metro per tornare a casa a riprendere il mio zaino prima di avviarmi verso la stazione Gare du Nord dove mi aspettava il treno di ritorno a King’s Cross, ma mi sono ripromessa di tornare almeno una volta a Parigi per poter visitare tutti i luoghi che non ho avuto modo di vedere stavolta.
E voi, quali sono i luoghi che proprio non potete perdere a Parigi?
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