LA VALMARECCHIA PARTE 2

VALMARECCHIA: SECONDA PARTE

Terminata anche la fase turistica, mi incammino verso un altro posticino davvero caruccio: Talamello.
Altro borghetto mignon, che tuttavia offre diversi spunti.
Per arrivarci basta tornare indietro e seguire per “Secchiano” e “Novafeltria”. Sarà l’indicazione “Campiano” a confermare la direzione giusta. Poco dopo, all’altezza del ristorante “La meglio gioventù”, il cartello “Talamello” che porta a destra lascia presagire ancora curve e salite.

VALMARECCHIA
Talamello, in Valmarecchia

Sono strade sulle quali ho imparato a guidare con la bestiona rossa… eppure, alcune curve, mi terrorizzano ancora!
Ce n’è una tosta: una salita a destra, lievemente irregolare che talvolta si fa fatica a vedere, specialmente al buio. È davvero necessario allargare molto nell’imboccarla, per poi chiudere.

Per il bis, qualche centinaio di metri più avanti, una nuova curva sempre sullo stesso verso, con “stop” annesso. Fortunatamente è decisamente più dolce della precedente: con l’occhio lungo è possibile scorgere eventuali mezzi provenienti da destra e da sinistra, evitando di fermarsi completamente e di sperimentare l’odiosa partenza in salita. Non ditelo a nessuno, ma lo faccio spesso!

Orbene: è un giorno feriale perciò non ci sono restrizioni al traffico e riesco a entrare in paese attraverso un ponticello che porta direttamente in piazza Garibaldi, dove campeggiano le due Chiese e che sfocia in una terrazza panoramica. (Foto 8)

Valmarecchia
Al centro, la mia Rossa!

Talamello sorge alle pendici del monte Pincio ed è situata su una piccola altura: consiglio quindi una felpa per la sera!
Ha subito nei secoli fasi alterne, finendo anch’essa tra le mani dei Malatesta, contesa pure dalla Chiesa Cattolica.

È davvero poliedrica: cittadina d’arte, di sport e, udite udite, dall’interessante varietà gastronomica: è d’obbligo la tappa alla Locanda dell’Ambra, che attrae avventori da ogni parte data la bontà dei suoi piatti, molti a base di… Ambra! Il formaggio di Fossa cui Tonino Guerra ha proprio dato questo nome.

[Il locale è davvero bello: si suddivide su più piani; tutte sale in pietra naturale a vista e dalle travi in rovere su soffitto.

Scegliere cosa assaggiare è un’impresa! Fortunatamente si propongono sia un menù à la carte che un fisso, al costo di 25 €, che esorterei a richiedere se veramente affamati. L’Ambra non è solo ristorante, ma anche b&b, quindi se indulgete troppo nel mangiare e bere la sera, a suon di San Giovese, una sosta potrebbe essere l’idea perfetta. Dispongono di 2 suites di lusso, al prezzo di 85 €, e di tre camere, più economiche, al costo di 55 €. Tutte accoglienti e comprensive di un’abbondante colazione, il giorno dopo]

La cena luculliana è decisamente di mio gradimento e io abito troppo vicino per restare qui a dormire, quindi decido di rincasare ma, stavolta, per la via maestra. Molto più grande, luminosa e trafficata che di sera, va più che bene!

Vero. Ho trascorso una giornata che non è stata una novità, eppure credo che ci sia sempre una nuova scoperta in ciò che si fa, se si ha la predisposizione giusta! E in fondo, ritornare in alcuni luoghi che danno pace e serenità, non è mica un male… no?

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