In giro nella mia città natale: Roma
Roma per una Romana. Strano quanto ci si renda conto della bellezza di questa città appena ci si allontana anche solo per qualche giorno.
Per una persona di Roma è facile andare da qualsiasi altra parte del mondo e fare paragoni. In quel preciso momento realizziamo dove viviamo. Non è tanto per dire, ad esempio: noi abbiamo i gatti “parcheggiati” al Colosseo, gli portiamo da mangiare tra le rovine dell’antica Roma culla della Civiltà. E se non basta il Colosseo, abbiamo una famosa colonia di gattoni a Largo Argentina: ispirazione di tanti calendari felini. Per dire che non si può chiedere circa 16 sterline (SE-DI-CI STER-LI-NE) per entrare al Royal Pavillon di Brighton, è solo un esempio ovviamente, altrimenti si dovrebbe pagare ad ogni passo nella città di Roma. Un museo a cielo aperto. Una passeggiata attraverso le varie epoche sino ad oggi.
Noi Romani andiamo al lavoro la mattina passando tra le stradine della nostra città con questi sfondi unici e dal clima sempre mite. Siamo distratti, la diamo per scontata…
Chi abita a Roma, ogni tanto, dimentica, sopraffatto dal lavoro, dagli impegni, dalla fretta, dal traffico, cos’ha intorno quando, indaffarato, corre alla fermata della metropolitana o dell’autobus per tornare a casa la sera stanco.
Magari, al volo, si ferma per un aperitivo con gli amici e, distrattamente, si rende conto che ci sono le mura dell’Antica Roma a fare da cornice a quattro chiacchiere spensierate. Perché Roma è sempre lì, eterna, a farci compagnia a noi suoi figli, talvolta, ingrati.
Come un caro parente ci aspetta pazientemente, coi suoi problemi, coi suoi acciacchi e ci accoglie, quando decidiamo di dedicarle un po’ del nostro tempo, sempre come fosse passato un attimo dalla volta precedente svelandoci, nuovamente, i suoi segreti scorci.
Anna Magnani mi ricorda un appellativo che vorrei poter prendere in prestito per omaggiare la mia città natale: Mamma Roma.
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