Torno in Italia dopo 9 mesi in Australia: cosa mi è mancato e cosa non mi è mancato.
Mi sono trasferita a Melbourne a fine Dicembre 2017, dopo essere nata e cresciuta a Latina e aver vissuto gli ultimi 8 anni a Roma. Trascorsi i primi 9 mesi in Australia, ho deciso di tornare a Latina per trascorrere 5 settimane con la mia famiglia e i miei amici, prevedendo il prossimo viaggio in Italia tra almeno un anno e mezzo.In questo articolo riassumo le sensazioni ed emozioni che ho provato tornando nella mia città natale dopo aver vissuto così lontana da casa per tanti mesi.
Cosa non mi è mancato
GLI OGGETTI
La prima cosa a cui ho pensato rivedendo la mia cameretta è che era piena di oggetti. Soprammobili, CD, souvenir, scatole e scatoline, riviste e quaderni erano oggetti di cui improvvisamente non avevo più alcun bisogno. Dopo aver dovuto “mettere tutta la mia vita in una valigia” (anzi, due da 30kg ciascuna) mi sono abituata a vivere con lo stretto indispensabile e a possedere solo oggetti di cui ho realmente bisogno. Sperimentando questo stile di vita più “minimal”, non solo ho risparmiato molti più soldi di quanti avrei immaginato, ma riesco a vivere con l’amatissima consapevolezza di essere libera, leggera, in grado di preparare nuovamente e facilmente le valigie alla volta della prossima avventura in qualsiasi momento io lo desideri.
LO SCARSO SENSO CIVICO
Non dico certo una novità affermando che in fatto di senso civico noi italiani abbiamo ancora molto da imparare. Il primo shock l’ho avuto subito dopo l’atterraggio a Fiumicino. Dai passeggeri che pur di salire per primi sulla navetta non hanno lasciato spazio a ben due passeggeri disabili, alle lunghe code nei bagni sporchi e trasandati dell’aeroporto. Dalla calca davanti ai nastri per il ritiro bagagli, fino allo stile di guida irrispettoso, sconsiderato e decisamente pericoloso. Per ritrovare la calma in queste situazioni ho chiuso gli occhi e ho pensato intensamente alle aiuole australiane, con l’erba verdissima rasata alla perfezione, ai marciapiedi senza una carta per terra, alle auto parcheggiate sempre entro le strisce bianche, agli uffici pubblici senza mai una fila dove vieni accolto da personale felice e impaziente di aiutarti.
LA PUZZA DI FUMO
In Australia un pacchetto da venti sigarette costa l’equivalente di 22 euro. Questo è uno dei tanti motivi per cui si fuma davvero pochissimo, così poco che un fumatore per strada viene sempre notato da tutti i passanti. Non ho sentito la mancanza della puzza di fumo appena si esce da un locale, appena si scende da un treno, sui vestiti che ne rimangono impregnati anche il giorno dopo. Per non parlare del malcostume di gettare le cicche dovunque per strada, ricollegandoci al punto precedente sul senso civico.
PAGARE L’ACQUA AL RISTORANTE
L’acqua naturale in Australia viene servita gratuitamente in tutti i bar e ristoranti. Si tratta di acqua di rubinetto, la cosiddetta “tap-water”, che viene consumata quotidianamente da tutti gli australiani. In 9 mesi non ho mai conosciuto una famiglia che compra l’acqua liscia in bottiglia!
L’acqua frizzante invece viene considerata un soft drink alla pari della Coca-Cola, Sprite, Fanta ecc. Pasteggiare con l’acqua frizzante è una abitudine che non esiste, infatti mi sono trovata più volte a raccontare ad amici australiani che in Italia bere acqua frizzante è una cosa normalissima, suscitando lo stupore di tutti.
Cosa mi è mancato
I SAPORI
C’è poco da dire: in Italia frutta e verdura hanno un sapore migliore o, semplicemente, hanno un sapore. In Italia i pomodori sanno di pomodori, e so che all’orecchio di un italiano questo potrà sembrare sciocco (“Di cos’altro dovrebbero sapere?”), ma vi assicuro che in Australia non è così scontato. Nonostante io mi sia trasferita a Melbourne, una città marittima dal clima mite – per dire, non mi sono trasferita in Lapponia – trovare frutta e verdura che abbiano un sapore vero e autentico è comunque molto difficile, sia per il clima troppo caldo, che costringe i contadini a raccogliere frutta e verdura quando ancora non sono maturi per paura che vengano bruciati dal sole, e costringendoli quindi a maturare nei supermercati, sia per un importante problema di impoverimento del suolo.
LA LINGUA
Per quanto io possa conoscere l’inglese e per quanto ormai mi trovi a mio agio anche a sostenere conversazioni con tante persone insieme in discoteca con la musica a tutto volume, quando torno a casa a Melbourne la sera voglio solo parlare e soprattutto ascoltare la mia lingua.
È come se le mie orecchie si stancassero di quei suoni estranei e cercassero la confortante cantilena e vocalità dell’italiano o, ancora meglio, del romano. Ho sentito tante volte la mancanza della mia lingua, nonostante in Australia la parli ogni giorno con il mio fidanzato e con alcuni miei colleghi, e tante volte durante questa vacanza in Italia, mentre passeggio per Latina, mi sorprendo a pensare “Che bello: io e tutte queste persone parliamo e capiamo la stessa lingua”.
LA STORIA
Rispetto all’Australia, l’Italia è un paese vecchissimo e ogni strada, ogni palazzo, ogni angolo, hanno una storia da raccontare. Ho sempre amato la storia e la storia dell’arte e gli ultimi 8 anni a Roma per me sono stati straordinari da questo punto di vista. Avendo un pomeriggio libero, a Roma è possibile perdersi tra vicoli storici e opere monumentali. La sensazione di essere circondata da edifici e opere storiche mi è mancata moltissimo, così tanto che anche davanti al più bel palazzo di Melbourne il massimo che riesco a dire è “Mmm sì… carino…”.
LE PIAZZE
A Melbourne non esistono le piazze. Questa cosa non finirà mai di scioccarmi. La città si sviluppa in maniera molto ordinata tra strade e incroci ad angolo retto, come una scacchiera. Non esiste il concetto di “vedersi in piazza” o “uscire in piazza” come lo intendiamo noi, cioè sedersi su un qualche antico monumento o scalinata insieme a tante altre persone e scambiare quattro chiacchiere con amici e non, facendo facilmente nuove amicizie. L’idea di luogo aperto e raccolto dove vivere la vita pubblica semplicemente non c’è. Esistono più che altro delle strade molto grandi e affollate, viali alberati su cui si affacciano locali e ristoranti di ogni genere. Ma, a parte l’enorme piazza con la stazione ferroviaria al centro di Melbourne e magari qualche piccola piazzetta non degna di nota… zero piazze.
Si sta meglio in Italia o in Australia?
Questa è la domanda che mi è stata posta più volte adesso che sono tornata in Italia per vacanza. La mia personale risposta è questa: in Australia si vive oggettivamente meglio, ma non lo dico io, lo dicono i numeri e la matematica. Si vive meglio perché i servizi fondamentali e importanti (sanità, istruzione, infrastrutture, burocrazia, giustizia ecc ecc) sono mediamente di qualità superiore. Ma la vita non è fatta di numeri, è fatta bensì di tante sfumature di diversi colori e ognuno di noi, conoscendo se stesso, può capire squali si addicano di più alla propria persona. “La bellezza è negli occhi di chi guarda” si dice dalle mie parti, e la penso esattamente così. Nel frattempo, essendo una persona che di base pensa positivo, mi godo ciò che di buono c’è nella mia cara vecchia Italia, ricaricandomi per tornare piena di energie nel paese che in questo periodo della mia vita mi ha accolto a braccia aperte e che sto imparando sempre di più ad amare: l’Australia.
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