Scoprendo Genova, soprannominata La Superba. Raccontata con gli occhi di Chiara!
Voglio parlarvi di una città, Genova, dove mi sono ritrovata un po’ per caso, un po’ per dovere, a trascorrere gli ultimi mesi.
Di Genova conoscevo solo l’Acquario, il porto ed il pesto.. e parlando con molti conoscenti, ho scoperto di non essere la sola. Ma la mia ignoranza è stata la mia più grande fortuna.
Quindi, Ignoranti come me di tutto il mondo: Genova stupisce.
Ogni volta che mi perdo tra i suoi carruggi mi viene in mente una frase di De Andrè (anche se la canzone ha tutto un altro significato) “Grazie a te ho una barca da scrivere, ho un treno da perdere”.
Ed è proprio così, Genova ispira, così come ha ispirato grandi artisti, poeti, navigatori: stimola il pensiero, la creatività, la voglia di conoscerla, di spingersi oltre.
Più la osservavo infatti e più avevo voglia di scoprirne di più, come una donna affascinante e misteriosa che ti destabilizza e magnetizza allo stesso tempo, più le trovi un difetto, e più ti lega a sé.
Non a caso nel 2004 è stata la Capitale europea della cultura e nel 2006 i suoi 42 palazzi del centro storico sono stati dichiarati Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco in quanto “..esprimono una singolare identità sociale ed economica che inaugura l’architettura urbana di età moderna in Europa”.
Su internet di informazioni ce ne sono a bizzeffe, giri da fare in una giornata, in 48 ore, le 10 cose da vedere.
Sotto vi elencherò quelli che a mio avviso sono più utili per una visita della città.
Questo articolo vuole essere più un omaggio, un regalo ad una città che il regalo lo ha fatto a me.
È un percorso esperienziale, perché ho capito nel tempo che il viaggio non è solo ciò che si vede, ma soprattutto quello che si prova e quello che ci lascia dentro.
Cosa puoi provare in una città come Genova, quando arrivi con poche aspettative, ma con la curiosità di cogliere quello che può offrirti?
“Arrivando a Genova vedrai una città imperiosa, coronata da aspre montagne, superba per uomini e per mura, signora del mare.” (Francesco Petrarca)
La signora del Mare, come già nel 300 la nominava Petrarca, non è solamente una città di porto con uno degli acquari più grandi di Europa, un’anima incastonata tra mare e montagne, ricca di palazzi, chiese e strade che di storia da raccontare ne hanno da vendere.
Prospera di architettura, storia, natura e mare, rivela la sua storica potenza attraverso un connubio unico tra vecchio e nuovo. Decadenza e raffinatezza, in un insieme monumentale di viuzze, carruggi tortuosi e piazzette.
Valery Larbaud la descrive splendidamente in “Ex Voto: San Zorzo”: “Genova austera, vibrante, ampia! Luogo unico dai trecento ripiani a terrazza sul mare, ornata di parchi stupendi! Genova, dove i tramways sono gli ascensori. Le strade ed i quartieri, sovrapposti, si aggrovigliano, si superano, si ricongiungono, si dividono ancora. Città a sorpresa il cui uso insinua un’astuta saggezza: una scalinata, un àndito, un archivolto, una passerella, una galleria conducono in pochi minuti ad un palazzo, ad una piazza alla quale non si sarebbe giunti che in un’ora, seguendo le strade.”
È una città che ha bisogno che tu ti perda un po’ per poterla scoprire.
Dunque lasciatevi guidare dall’odore intramontabile della focaccia mentre camminate. Lasciatevi sorprendere dal colore del pesto genovese che così verde non potrete mai trovarlo negli scaffali del supermercato. Imparate ad apprezzare la tipica accoglienza genovese, che effettivamente alcune volte perplime, ma caratterizza questo luogo.
Camminate per i carruggi immaginando antiche storie su pirati e briganti. Arrivate al porto, andate a vedere la Lanterna, simbolo della potenza marinara della città, proseguite fino a Boccadasse ed assaggiate quella sua aria di antico villaggio di pescatori.
Non perdetevi le chiese, lussureggianti d’arte e colori, per non parlare della Cattedrale di San Lorenzo, all’interno della quale troverete anche una bomba inesplosa della seconda guerra mondiale. Raggiungete la casa di Cristoforo Colombo e fantasticate sull’idea di essere lì con lui a scegliere il nome delle tre caravelle. Prendete l’ascensore libery da Piazza Portello e salite al belvedere Spianata Castelletto per godervi la vista sulla città e sul porto, dove un tempo c’era la fortezza di Castelletto, che fu appunto spianata.
Fatevi prendere a schiaffi dal vento, fastidioso e forte, ma solo perchè ama anche lui questa città e cerca di abbracciarla in ogni suo angolo, dandole una nota romantica e nostalgica.
E se volete qualche dritta o qualche tour, vi indico alcuni articoli molto ben fatti che parlano delle tappe imperdibili di Genova in modo più schematico e meno romantico. 😉
- http://www.informagiovani-italia.com/cosa_vedere_genova.htm
- http://www.bbalcentrodigenova.it/news/cosa-vedere-a-genova-in-un-giorno/
- http://www.bbalcentrodigenova.it/news/cosa-vedere-a-genova-in-due-giorni/
Vi lascio con un’ultima citazione che più che mai sento vicina dopo qualche mese passato in questa città:
“Preferisco Genova a tutte le città che ho abitato.
Mi ci sento perduto e familiare, piccolo e straniero”
(Paul Valery)
Caro Paul, mi sono sentita proprio come te.
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