Il faro di Sant'Andrea

L’ISOLA DI SANT’ANDREA E L’ISOLA DELLA MALVA: DUE TESORI CELATI NEL SALENTO

L’Isola di Sant’Andrea e l’Isola della Malva sono vere e proprie meraviglie naturali del Salento da visitare. La meta ideale per coloro che desiderano partire alla scoperta di paradisi naturali unici ed incontaminati.

L’Isola di Sant’Andrea è un’affascinante isola disabitata, situata a poco più di un miglio di distanza dall’incantevole città di Gallipoli.

L’Isola della Malva è, invece, una piccola lingua di terra sabbiosa, apparentemente desertica che emerge dalle acque cristalline di Porto Cesareo, una delle località di vacanza più ambite della penisola salentina.

Per coloro che desiderano riscoprire il piacere di stare a contatto con la natura, lontano dalla frenesia della vita cittadina, questi angoli paradisiaci nel Salento rappresentano delle destinazioni irrinunciabili!

L’Isola di Sant’Andrea

L’ Isola di Sant’Andrea sorge su un’area calcarea piatta ad un’altezza di circa 2m sul livello del mare e ha un’estensione di poco meno di 50 ettari. Prevalentemente pianeggiante e per lo più composta da roccia bassa e arida, l’isola è perennemente in balia di venti e mareggiate che, depositando grandi quantità di sale sul terreno, impediscono la crescita di una rigogliosa vegetazione.

l'Isola di Sant'Andrea

Sul lato settentrionale dell’isola, vi è una zona paludosa e ricca di giunchi. Nei secoli passati, al fine di evitare la diffusione della malaria in quest’area palustre, gli abitanti della città di Gallipoli vi costruirono due canali. La loro funzione era quella di collegare gli acquitrini con il mare, impedendo così la formazione di pozze stagnanti.

L'Isola di Sant'Andrea al tramonto
L’Isola di Sant’Andrea al tramonto

L’isola è oggi visitabile attraverso delle gite in barca, ma, al fine di salvaguardare le specie di flora e fauna ittica, a meno di 100 metri dalla linea di costa dell’Isola è vietato l’ormeggio, lo sbarco, il transito, la balneazione e qualsiasi altra attività subacquea non autorizzata.

Le origini

L’Isola di Sant’Andrea fu colonizzata dai Messapi nel IX secolo a.C. Questi ultimi erano soliti chiamarla Achtotus, ovvero “Terra arida per via dell’infertilità del suolo. Dopo la conquista del Salento ad opera dei Romani nel 267 a.C., l’antico nome messapico fu ben presto dimenticato. Solo quando alcuni secoli più tardi i Bizantini vi eressero una cappella dedicata a Sant’Andrea, l’isola prese il nome del santo. Nel corso del XVIII secolo essa fu utilizzata come pascolo per le greggi, le quali erano trasportate dai pastori di Gallipoli tramite delle imbarcazioni. Riconosciuta come habitat naturale di importanza comunitaria, oggi l’isola è un’area protetta inserita nel Parco naturale regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo, istituito nel 2006.

Il faro

Una delle costruzioni che svetta dominante sull’isola è certamente il faro. Le fonti fanno risalire la prima installazione di questa struttura al 1866. Originariamente dotato di un dispositivo a sei lampeggianti e con un fascio luminoso che raggiungeva la portata di due miglia marine, aveva lo scopo di guidare i pescatori durante il loro viaggio di ritorno verso la terraferma.

Il Faro di Sant'Andrea
Il Faro di Sant’Andrea

Dopo una sua ristrutturazione a fine 2005 per volere del Ministero della Difesa, il faro è tutt’oggi funzionante tramite pannelli solari che alimentano una grande lampada capace di illuminare fino a venti miglia marine.

 La fauna e la flora

Per chi è appassionato di immersioni subacquee, alcune associazioni di Scuba Diving organizzano delle fantastiche escursioni nei pressi dell’isola.

Il fondale presenta delle pareti ricche di spugne, coralli e briozoi. Immergendovisi, si ha la sensazione di trovarsi all’interno di un piccolo labirinto marino originatosi dalla spaccatura di grandi rocce. Attraversando i vari passaggi di questo splendido regno della biodiversità, si possono fare incontri con specie ittiche come saraghi, cernie dorate e pesci pappagallo.

Gabbiano corso (in alto a sinistra), Cernia dorata (in basso a sinistra), Il biacco (in alto destra), Pesce pappagallo (in basso a destra)
             Gabbiano corso (in alto a sinistra), Cernia dorata (in basso a sinistra)                                                          Il biacco (in alto a destra), Pesce pappagallo (in basso a destra)

Oltre ad essere l’unico sito di nidificazione lungo tutto il versante Adriatico e Ionico del Gabbiano corso, l’isola è divenuta tappa delle rotte migratorie di diverse specie volatili ed ospita, al contempo, un’enorme popolazione di invertebrati, insetti e di rettili come la lucertola e il biacco.

La salicornia e la Statice japigica
                                                               La salicornia (in alto)                                                                                                                                      La Statice japigica (in basso)

Nonostante la forte esposizione solare, l’azione dei venti e del mare e la numerosa popolazione di conigli selvatici che si nutre della vegetazione del luogo, sono presenti sull’isola oltre 200 specie di piante, soprattutto nane e alofile, cioè adattate a vivere in un ambiente a salinità piuttosto elevata. Tra esse abbiamo la salicornia, detta anche “asparago di mare” e specie vegetali endemiche come la Statice japigica (Limonium japigicum).

Isola della Malva

L’Isola della Malva è un piccolo isolotto incontaminato situato nei pressi di una delle più rinomate località turistiche del Salento, nota per le sue spiagge dorate: Porto Cesareo. Il nome dell’isola è dovuto alla grande quantità di malva arborea presente sul suo suolo. Si caratterizza anche di una piccola scogliera di colore grigio e di stupende pozze di acqua marina sul versante del mare aperto.

Visite sull’isola

L’Isola della Malva è facilmente raggiungibile a piedi, percorrendo il fondale basso e sabbioso o a nuoto, lasciandosi alle spalle Torre Chianca, una torre di avvistamento del XVI secolo edificata dagli spagnoli per difendere il territorio dai Turchi e dai Saraceni. Da Torre Chianca all’isola, la spiaggia è tuttavia molto ghiaiosa, quindi è consigliabile avere delle scarpe chiuse per percorrere il tratto senza farsi male.

Isola della Malva

Per gli appassionati di sport, invece, si può noleggiare un kayak per godere della bellezza di questo angolo di paradiso esplorandone tutto il suo perimetro.

Uno scoglio a forma di cuore

A poca distanza dall‘Isola della Malva, invisibile per via delle onde e delle forti correnti, si scorge un isolotto a forma di cuore, chiamato Scoglio della Malva. A immortalarne la sua insolita forma fino a qualche tempo fa sconosciuta è stato il videomaker Roberto Leone, mentre girava con un drone cinematografico un documentario in collaborazione con l’Area Marina Protetta di Porto Cesareo.

Lo Scoglio della Malva
Lo Scoglio della Malva

Distante 100 metri dalla riva, lo Scoglio della Malva era tuttavia già noto a molti per un’importante scoperta. Nel 1932 infatti tre pescatori di Porto Cesareo, durante una battuta di pesca di ricci di mare nei pressi dell’Isola della Malva, recuperarono una statuetta di una divinità egizia a forma di scimmia, Thoth. Oggi la statuetta è custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

Vivete un’avventura emozionante
alla scoperta dell’Isola di Sant’Andrea e dell’Isola della Malva.
Due paradisi unici avvolti nel grande abbraccio
Del mare salentino!

                                                        

 

 

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