Lunigiana

UNA TORRE CHE SBUCA DAL MARE: MASSA E LA LUNIGIANA

Massa e la Lunigiana

Eccomi di nuovo gecogirando per la penisola con l’ingombrante Bipede al seguito alla volta della Lunigiana! Destinazione Calenzano che non si capisce bene se sia più di Firenze o più di Pistoia, ma mi sembra abbia un’aria familiare,. Sarà che ha origine nella notte dei tempi, in un’epoca remota e posta in quello che un tempo era un lago preistorico nella pianura Firenze-Prato-Pistoia. Meriterebbe una visita più accurata seppur breve, ma a noi serve solo come punto di PK e rifocillo per il gruppo. Il Ristorante Pulcinella a ridosso dell’uscita autostradale offre un servizio migliore di un autogrill seppur di poco, più di quantità che di qualità, ma devo dire che la tagliata alle bacche di ginepro e la torta della nonna con variante alle mandorle e crema pasticcera mi hanno fatto scorrere la bavetta Gnammete!

La meta, Massa e il villaggio Torre Marina è ormai vicino, ma è d’obbligo una sosta per ripercorrere le viette di Lucca stretta nella cinta muraria rinascimentale che se volete offrono un bellissimo percorso sia pedonale, con la visione della città dall’alto. La Lunigiana mi sta appassionando davvero.

Lucca è famosa anche per il Comix, manifestazione dedicata al fumetto, che ogni anno per un breve periodo rende assolutamente invivibile agli umani questa piccola città. Non dimentichiamo però che ha dato i natali a Giacomo Puccini e per gli appassionati consiglio la sua casa museo. Un altro monumento e punto di osservazione dall’alto davvero curioso è la Torre Guinigi. Domina la città con i suoi 45mt di altezza e un pinnacchio di alberi in testa. I biglietti per i vari siti della città delle 100 chiese si aggirano attorno ai 4,00 euro intero.

Passeggiando per il centro storico è bello vedere come si è cercato di mantenere il tempo che fu con le insegne storiche dei negozi e all’interno la modernità dei marchi e grandi firme odierni.
Eccomi giunto a Torre Marina, mai nome fu più azzeccato. Una torre alta che sembra sbucare dall’acqua per tanto che ne è a ridosso.

Per alcuni la struttura non sarà una gran sorpresa, poiché ne esistono di gemelle a Sestri e a Saulze Dulce. La prima impressione è quella di una mostruosità ecologica, poi mi avvicino e penso ad un ricovero. In verità nasce dalla visione, davvero avveniristica per gli anni ’30, dell’ingegner Vittorio Bonadè Bottino per volontà del senatore Agnelli, di una colonia con sviluppo elicoidale  larga 8 e lunga 420 metri, atta ad ospitare circa 800 bambini. Camerate che non hanno barriere, a me pare di vederli tutti ‘sti cuccioli d’uomo che come in un circuito di Formula Uno scorrazzano su e giù lungo questa torre che mi ricorda anche il contenitore di in razzo pronto al lancio.

La struttura poggia direttamente sulla sabbia senza fondamenta, ma con un complesso reticolato in cemento armato che fa pensare alle palafitte.

Le camere nella torre oggi sono chiuse e possono essere utilizzate come doppie, con un arredamento decisamente spartano e funzionale proprio come ci si aspetta pensando alle esplorazioni spaziali o più alla portata di tutti, alla traversate in traghetto.

La struttura bassa che si allunga ai lati era destinata invece agli spazi comuni, alla mensa, all’infermeria e agli uffici. Oggi sono state riadattate a camere sempre molto spartane e queste devo dire meriterebbero una decisa riduzione e ristrutturazione sempreché si voglia aprire anche al pubblico di coppia o famiglia media, oltre allo storico: colonie, seminari, manifestazioni. La cucina rispetta proprio tutto per la colonia, con un cibo semplice e abbondante, l’acqua in boccione ad uso libero.

Sono vicino a Massa Carrara e Sarzana capoluogo della Lunigiana odierna, si perché in questa terra di cave marmifere il vero capoluogo era proprio Luni e da qui Lunigiana.

La stessa Massa si sviluppa in lungo proprio per seguire la “carriona”, ovvero la strada che era uso essere percorsa da buoi con i carri carichi del prezioso minerale. A proposito, piccolo indovinello: cos’è il Carbonato di calcio cristallizzato?

Sarzana: beh appena arrivo sono attratto da una panetteria che ha in bella mostra una sorta di torta/farinata. Leggo e scopro che è uno dei piatti della tradizione sarzanese il cosiddetto “riso sciocco”, riso cotto in acqua, pane grattugiato, olio. Striscio qua, striscio la, viuzze che hanno tanto dei caruggi liguri e le botteghe di una volta tipo quella del barbiere con l’insegna a bastoncino di zucchero.

Una chicca che sicuramente merita una visita a questa cittadina è la Croce di Guglielmo

La prima croce dipinta datata della storia dell’arte, bella nel suo insieme, messa in risalto dall’illuminazione gratuita, nell’era del “pago anche l’aria” trovare un servizio turistico dove si chiede solo un  obolo è tanta roba. Osservare i dettagli da vicinissimo e seguire la mappa che spiega bene tutte le immagini laterali alla croce è emozionante.

È ora di rientrare e tornando si passa proprio dal castello per giungere al punto d’incontro con il pullman, ma non si può lasciare Sarzana senza entrare nella più storica delle sue pasticcerie, la Gemmi, e assaggiare il dolce che è come la segnaletica nella storia della “Via Francigena” che proprio da qui divideva nei due tronconi la via che porta rispettivamente a Canterbury ed a Santiago di Compostela. Conoscete la Spungata? No? Chiedete la ricetta alla Bipede!

Con la bavetta che già mi torna al pensiero di questo dolce vi saluto e alla prossima avventura. Vostro Geco Gaudenzio

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