Si tratta di una mostra davvero straordinaria, quella che ha luogo a Vercelli nel polo espositivo ARCA Ex Chiesa di San Marco fino al 9 giugno. La Magna Charta, infatti, per la prima volta nella storia, arriva in Italia.
Ma perché proprio a Vercelli?
La città di Vercelli festeggia quest’anno gli 800 anni dalla posa della prima pietra dell’Abbazia di Sant’Andrea, citata sui libri di storia dell’arte come la prima chiesa gotica d’Italia. Il legame tra la mostra della Magna Charta e l’abbazia di Sant’Andrea è un personaggio: il cardinale Guala Bicchieri, legato pontificio in Inghilterra all’inizio del Duecento, committente dell’abbazia e promotore, quale reggente del re Enrico III, della Magna Charta.
La Magna Charta Libertatum
E’ il primo documento universale dei diritti dei cittadini, scritto in latino, emanato a Runnymede il 15 giugno 1215 dal re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra per i baroni del suo regno. Per la prima volta in un documento ufficiale si riconosce che nessuno, nemmeno il re, è al di sopra della legge e che tutti, allo stesso modo, hanno diritto a un processo equo. Alla morte improvvisa del re, salì al trono il figlio Enrico III, che aveva solo 9 anni. Il legato pontificio Guala Bicchieri e il reggente Guglielmo il Maresciallo ne divennero tutori, riconfermando per due volte il documento, nel 1216 e 1217, apponendo il proprio sigillo.
A Vercelli è in mostra la versione del 1217 della Magna Charta proveniente dalla cattedrale di Hereford
Insieme a questa anche documenti e oggetti provenienti da collezioni e archivi importanti. Tra questi, il coltello eucaristico di Guala Bicchieri (dal Castello Sforzesco di Milano), il cofano e gli smalti limosini (da Palazzo Madama di Torino) e due ritratti di Guala Bicchieri (dalla Galleria dei Benefattori dell’ASL di Vercelli).
La mostra sulla Magna Charta diventa anche un percorso diffuso tra i musei di Vercelli
Qui sono state allestite mostre parallele e complementari (fino al 19 aprile anche all’Archivio di Stato, con “Ego Guala presbiter cardinalis erede instituo. Frammenti e prospettive di un’eredità da riscoprire”): al Museo Borgogna “Il “bel Sant’Andrea” di Vercelli nelle fotografie del Museo Borgogna”, al Museo Leone “S.Andrea di Vercelli nei disegni di Carlo Emanuele e Edoardo Arborio Mella e il cofanetto di Guala Bicheri del Museo Leone” e al Museo del Tesoro del Duomo “Il Mappamondo di Vercelli e le donazioni dei canonici nel XIII secolo”.
Tutte le informazioni su orari e tariffe si trovano sul sito www.santandreavercelli.com mentre visite guidate alla mostra e in città si possono richiedere alle guide turistiche abilitate e all’Agenzia Turistica Locale.
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