L’Isola di Dino
L’isola di Dino
Sette piccoli scogli separano l’Isola di Dino dal continente.
Sembra quasi una propaggine di Praia a Mare, quando compare, luccicante in un blu che non ha l’uguale nella Riviera dei Cedri, dopo un’ultima svolta per chi proviene dall’autostrada.
Eppure l’isola di Dino ha un gioco di correnti così tempestose che già gli antichi la consacrarono alla dea della Bonaccia (Odyne, appunto), sperando invano di propiziarla.
Nei giorni di calma, però, è facile raggiungerla a nuoto, facilissimo con il pedalò.
E lo sforzo vale la candela. L’isola di Dino ha alla base alcune cavità magnifiche, in cui l’acqua si tinge d’azzurro e i pesci corrono a migliaia attratti dai salatini che i saggi marinai hanno imparato ad offrire per radunarli a banchi.
Chi abita l’Isola di Dino?
Come monetizzare questa meraviglia della natura?
Ci si è provato in tanti modi. La famiglia Agnelli ha costruito un villaggio vacanze che fu bellissimo e che adesso, saccheggiato e distrutto, è solo un reperto archeologico della passata prosperità.
Allo stesso modo, è stato chiuso un ristorantino raggiungibile solo con uno zatterone, lasciando in eredità all’isola dei brutti bungalow a forma di igloo, veri ecomostri in uno scenario per altri versi suggestivissimo.
L’Arcomagno di San Nicola Arcella
Poco distante dall’isola di Dino si trova un’altra meraviglia calabrese: l’Arcomagno di San Nicola Arcella, vera vasca di roccia che chiude in un cilindro la spiaggetta appartata ed un mare a cui i raggi del sole, fitrando dall’arco d’accesso, conferiscono un colore caldo e magnifico.
Baciarsi lì porta fortuna, dicono, senza sapere, forse, che non c’è momento più felice di quello passato con chi si ama in questo insolito paradiso terrestre.
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