Dal mio diario di Milano

Un diario di Milano? Si un diario di Milano e uno su Roma, che sono le città italiane tra le quali il mio cuore si divide.

Un diario di Milano non l’ha mai avuto nessuno? Eppure è un modo come un altro per raccontare di una città. Ieri finalmente dopo giorni e giorni in cui la pioggia era ormai l’appuntamento delle sei del pomeriggio, è finalmente stata una bella giornata di sole. Ma Milano è bella sempre e comunque. Anche con la pioggia, anche con la nebbia.

La Mattina

 

Al mio risveglio ho capito subito che la luce che entrava dal piccolo oblò della mia camera era quella del sole. Erano le 7.30, un giovedì da vivere. Una giornata di lavoro che sarebbe terminata puntualmente alle 18. Un aperitivo, il solito del dopo lavoro, con i miei amici milanesi nel nostro solito posto. Aprendo la porta che dà direttamente sul mio balconcino fiorito, il profumo dei gelsomini mi dice che è tutto vero, è primavera, sono fioriti anche loro. Faccio di fretta le scale della mia casa di ringhiera, e mi ritrovo lì in mezzo al mio quartiere, quello che più amo: Porta Romana! Inizia un altro giorno!

Il Tram n. 9

E’ quel tram che si vede sempre in tv, tutti i documentari o programmi di Milano lo inquadrano, perchè percorre un pezzo importante della bella Milano: da Porta Genova (Navigli) fino alla Stazione Centrale. Io da Porta Romana arrivo proprio in Porta Genova. Adoro prendere quel tram, puntale, mai troppo pieno, comodo. Insieme a me gli studenti della Milano bene, i bocconiani, che sono così giovani rispetto a me che a 35 suonati… non solo non mi sento più tanto giovane, ma a conti fatti non lo sono davvero più. Passo per Viale Sabotino, Viale Bligny, Via Col Di Lana, e arrivata in piazza 24 Maggio mi si apre la nuova Darsena splendente, intravedo i navigli, quello Pavese, più spoglio e un po’ abbandonato, e quello Grande, animato già alla mattina. Arrivo in Porta Genova, una stazione che, a parer mio, non ha proprio nulla di bello, se non che per me ormai significa un traguardo.

Il Pomeriggio

Lavoro fuori Milano, in quella zona commerciale a sud, al confine con Rozzano, che sia chiama Milanofiori, una vera e propria città fatta di uffici dalle grandi vetrate. Nei giardini campeggiano bar e piccoli punti self service, un tabacchi, un grande hotel, un asilo, un campo da tennis. E’ questo che vedo quando cerco qualcosa che mi porti fuori da quelle quattro mura. Ma è sempre bello poi passeggiare per tornare a casa, sapere che la fine del giorno sta arrivando ma ancora non è finito del tutto. Chissà quante sorprese ancora arriveranno.

La sera

La sera, proprio sotto casa, nella stessa via in cui abito c’è un piccolo spazio di paradiso, l’enoteca in cui ci ritroviamo, noi, quelli di Porta Romana ci conosciamo, e ci riconosciamo.  Abbiamo come dei posti d’onore e ognuno difende quello dell’altro. Non c’è niente di scritto o di detto tra di noi… e non vi venga in mente di dire: “Non saranno di Milano”, no la maggior parte sono proprio di Milano. Possiamo passare lì un’oretta così come 4 a volte anche 6 o 7, come fosse davvero una giornata di lavoro. Il tempo passa, ci passa accanto, e io spesso guardo quel cielo milanese che per me è così bello anche quando piange. E io non piango mai.

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