Il campanile sommerso e il lago di Resia

Il lago di Resia è in realtà un lago su Resia.


Perchè “su” Resta? Negli anni Cinquanta una diga convogliò le acque dei ruscelli alpini su una conca in Val Venosta, i villaggi, i masi, i pascoli dell’attiva popolazione altoatesina furono sommersi da una cappa liquida.
Non possiamo non accorgercene: il campanile di Curon è ancora lì, che svetta a mezz’asta dalle acque lacustri e rende spettrale il paesaggio.
Lo percepiamo come un’anomalia, lungo e stretto come un dito che indica, vindice, il cielo.
Lo viviamo come un’istallazione artistica, come un tocco di folklore che vivacizza la serenità del posto.
Anche gli eredi degli antichi abitanti dei villaggi sommersi si sono rassegnati.
Hanno trovato posto nei nuovi borghi costruiti per accogliere gli sfollati; più spesso, sono emigrati.
La narrativa, però, dà nuova linfa ai dolori che il tempo sa addomesticare.
Resto qui

Uno scrittore, Marco Balzano, in gita sul lago di Resia, è rimasto turbato da quel campanile e ha voluto raccontare quando era polo magnetico di vita paesana.
Nel suo ultimo romanzo, Resto qui, emergono le mene fasciste, che, approvando la creazione del lago di Resia, volevano sparigliare una popolazione non abbastanza italianizzata.
Racconta gli orrori della seconda guerra mondiale, finita la quale gli abitanti di Curon e Resia non trovarono pace, ma oblio.

Il dopo fascismo

La Montecatini riprese i progetti fascisti e realizzò un bacino idroelettrico che avrebbe dovuto fornire energia all’Italia.
Quel lago, che costò tante sofferenze agli abitanti, divenne ben presto energeticamente improduttivo e oggi vive solo come attrazione turistica.
I turisti, infatti, cercano spesso gioia e spensieratezza.
Il lago di Resia è attrezzato per offrire l’una e ‘altra.

 

Da fare, da vedere, da sentire

In uno scenario alpino meraviglioso, fra alti monti e rigogliosa vegetazione, il lago di Resia, col suo campanile, è una meta ricercatissima: ci sono aree picnic, sentieri che costeggiano il lago, punti panoramici dove fotografarsi nell’atto di sostenere il campanile.
E chissà se, correndo la maratona che ogni anno si organizza sulle sponde del lago di Resia, o solcando quelle acque con canotti e navigli, o semplicemente passeggiando romanticamente nei dintorni di questo paradiso d’oggi, qualcuno benedice oggi quel lago che ieri procurò lacrime e ribellioni.

Scrivi un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *