Un Romano a Mantova : Palazzo te

Torna la rubrica della nostra Alessandra e ci porta a Mantova alla scoperta di Palazzo Te.

 

Dalla mitologia abbiamo modo di conoscere centinaia di storie e personaggi affascinanti, leggende che si tramandano dall’antichità.

Il fascino di queste storie attraversa anche tanti luoghi, segnando pitture, sculture, che ancora oggi possiamo ammirare!

Ma non ci spingeremo così indietro con la macchina del tempo.

Oggi torneremo indietro “solo “di fino agli inizi del XVI secolo..dove? in una palude poco distante dal centro di Mantova…

Francesco II Gonzaga, duca di questa zona, alla morte di suo padre decide di costruire un palazzo su quella palude già bonificata. L’incarico viene assegnato a Giulio Romano, artista proveniente dalla Città Eterna (come ci dice il suo nome d’arte), che negli ultimi anni ha lavorato nientemeno che con Raffaello Sanzio per la decorazione delle Stanze Vaticane.

 

In realtà, alla morte di Raffaello nel 1520 Giulio ha preso in mano la direzione dei lavori, realizzando gli affreschi della Sala di Costantino, collaborando con l’altro allievo della scuola Giovan Francesco Penni.

Giulio arriva a Mantova nel 1524 e sovrintende alla costruzione del palazzo del Te, che sarà poi inaugurato alla presenza dell’Imperatore Carlo V nel 1530.

La sala più famosa che ancora oggi si può ammirare è quella della Caduta dei Giganti.

Entrando in questa magnifica stanza notiamo subito che gli affreschi ricoprono proprio tutte le pareti, il soffitto…siamo totalmente immersi nella storia che ci troviamo di fronte.

 

Qual è questa storia? è quella di Zeus, che, appena preso possesso del trono sul Monte Olimpo a discapito di suo padre Crono (che per non farsi detronizzare mangiava tutti i figli che gli nascevano), viene meno al patto con i Titani e inizia una battaglia a colpi di saette per sedare la rivolta.

Il mito della gigantomachia  narrato in queste scene è tratto dalle metamorfosi di Ovidio, da cui Giulio Romano trae alcuni dettagli particolari. Ad esempio la presenza di alcune scimmie, che pare fossero nate dal sangue dei giganti, oppure un gruppetto di persone che vengono investite dai raggi del sole. Si tratta di abitanti dell’Ade, che vengono di nuovo a contatto con la luce a causa di un gigante che cadendo e rotolandosi spacca letteralmente il terreno e crea una crepa che fa filtrare la luce!

Questi affreschi si prestano indiscutibilmente a diverse interpretazioni. La narrazione di questo mito potrebbe rifarsi al personaggio di Carlo V che in questo caso dovrebbe essere rappresentato da Zeus. Non è raro che i personaggi di una storia mitica vengano ripresi per sottolineare il carattere o la grandiosità di persone reali.

Si potrebbe dire molto sull’opera di Giulio Romano e della sua scuola. In anni fondamentali per la storia del’Arte, a cavallo di un periodo straordinario in cui convivono tantissimi artisti, tantissime correnti filosofiche, sullo sfondo di grandi sconvolgimenti storici, ma è già ora di tornare indietro..

 

Sicuramente la sala dei Giganti di Palazzo Te è un luogo magico. Da non perdere se vi trovate nei paraggi di Mantova, ( qui tutte le informazioni su dove, come e quando potrete ammirare le splendide sale del palazzo).

 

Se invece volete ammirare qualche dettaglio comodamente dal salotto di casa vostra, qui trovate il link per una breve visita virtuale.

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